Panpenalismo e burocrazia difensiva


Oggi su Repubblica, la Prof. Paola Severino, ex Ministro della Giustizia del Governo Monti e attualmente Vice Presidente Luiss, affronta il tema della "burocrazia difensiva" approfondendo la questione dell'abuso d'ufficio e le ricadute negative sull'efficacia amministrativa che scaturiscono da tale normativa penale, più volte rimaneggiata ma sempre imperfetta.
La Prof. Severino propone di sottrarre dall'alveo di applicazione della normativa penale il cattivo uso del potere discrezionale lasciandolo alla competenza esclusiva del giudice amministrativo.
Può essere una soluzione. Come anche la possibilità di attribuire al giudice penale le sole ipotesi dolose eliminando dal reato di abuso di ufficio tutte le ipotesi colpose.
Ma che cos’è la burocrazia difensiva? Facciamo un esempio concreto: quando l'ufficio pretende il documento cartaceo insieme al digitale, obbligatorio per legge, perché «melius abundare». 
Oppure quando la PA pratica un illegittimo "ostruzionismo" non adoperando le banche dati e continuando a chiedere ai cittadini informazioni che gli uffici hanno già nei propri archivi.
Le recenti vicende relative ai contributi erogati dall'Inps sono un caso esemplare di burocrazia difensiva.
Un sondaggio realizzato nel 2017 tra 1.800 lavoratori del settore pubblico dal Forum della pubblica amministrazione ci spiega che gli statali d’Italia sono convinti ancora più di prima che solo non facendo possono evitare rischi.
Testualmente: «I dipendenti -spiega Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum pubblica amministrazione- ci raccontano che l’unica salvezza percepita è quella di restare fermi, di prendere il minimo delle responsabilità possibili, di aspettare che passi il vento dell’innovazione (che tanto dura al massimo il tempo di un governo) o di pretendere, prima di applicarle, che le novità diventino obbligatorie».
A questo punto, non sorprendono affatto le prese di posizione in merito alla riapertura delle scuole e dei tribunali cui abbiamo assistito in questa fase di parziale post lockdown.
Ma possiamo davvero ancora permetterci la burocrazia difensiva?
Possiamo ancora tollerare l'inattività della macchina burocratica in un Paese che sta sprofondando?


Parlando di statistiche attuali, si deve segnalare che tra i reati contro la pubblica amministrazione la parte più cospicua è riservata appunto all’abuso d’ufficio. Tuttavia solo il 20% circa dei procedimenti avviati si conclude con una sentenza di condanna.
Qualcosa non quadra se l’imponente lavoro investigativo si conclude con un nulla di fatto.
Dunque, riformare il reato significa spostare le energie investigative oggi malamente utilizzate in direzione di altri fenomeni delinquenziali.
Panpenalismo, giustizialismo e burocrazia, lentamente ma inesorabilmente, ci condurranno all'estinzione.
È necessaria una sferzata in senso liberale per uscire dalla palude.

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