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mercoledì 17 dicembre 2025

📱 Prove digitali a portata di click: gli screenshot valgono in giudizio

Copertina editoriale con titolo in evidenza ‘Screenshot in tribunale: la Cassazione li riconosce come prove documentali’. Grafica moderna in blu e grigio, con dispositivo digitale e icone di check che richiamano la validità probatoria degli screenshot.. Avv. Italo Grillo, Lauria, Basilicata


Prove digitali a portata di click: gli screenshot valgono in giudizio

Gli screenshot sono pienamente utilizzabili come prova documentale, sia nel processo penale che nel processo civile secondo la giurisprudenza della Cassazione. Non è richiesto alcun adempimento formale per la loro acquisizione, purché siano leggibili e pertinenti.

Nel mondo digitale, gli screenshot sono diventati strumenti fondamentali per documentare fatti, conversazioni e contenuti online. Ma possono essere usati come prova in giudizio? La risposta è sì, e lo conferma una serie di pronunce della Corte di Cassazione, che ne ha riconosciuto la piena legittimità e utilizzabilità.

⚖️ Cosa dice la giurisprudenza

  • Cass. pen., Sez. V, n. 39792 del 10 dicembre 2025: ha ribadito che è «legittima l’acquisizione come documento di una pagina di un “social network” mediante la realizzazione di una fotografia istantanea dello schermo (“screenshot”) di un dispositivo elettronico sul quale la stessa è visibile».

  • Cass. pen., Sez. VII, ord. n. 5400/2025 e Cass. pen., Sez. V, n. 12062/2021: confermano che «non è richiesto alcun adempimento specifico per questa attività, che consiste semplicemente nel fotografare uno schermo», e che «non vi è alcuna differenza tra una tale fotografia e quella di qualsiasi altro oggetto».

  • Cass. pen., Sez. III, n. 8332/2019: ha chiarito che «non vi è alcuna illegittimità nella realizzazione di una fotografia dello schermo di un supporto informatico sul quale compaiano messaggi di testo, allo scopo di acquisirne la documentazione».

  • Cass. civ., Sez. II, n. 1254/2025: nel processo civile, ha affermato che «i messaggi WhatsApp e gli ‘sms’ conservati nella memoria di un telefono cellulare sono utilizzabili quale prova documentale e, dunque, possono essere legittimamente acquisiti mediante la mera riproduzione fotografica».

  • Cass. pen., Sez. IV, n. 31878/2025: ha stabilito che le chat di WhatsApp sono “corrispondenza” e non possono essere acquisite dalla polizia giudiziaria tramite screenshot senza decreto di sequestro.

  • Cass. pen., Sez. VI, n. 1269/2025: ha posto limiti all’acquisizione della messaggistica istantanea, ribadendo che serve il consenso o un provvedimento autorizzativo per accedere ai contenuti del dispositivo.

  • Cass. pen., n. 34212/2024 (fonte: Fabiano Lex): ha confermato che gli screenshot hanno «pieno valore di prova documentale, anche se presentati direttamente dalle parti».

📌 Principi consolidati

  • Legittimità: gli screenshot sono equiparati a fotografie e non richiedono formalità.

  • Utilizzabilità: sono validi se prodotti da uno dei partecipanti alla conversazione.

  • Limiti: se acquisiti da terzi (es. polizia giudiziaria), serve decreto di sequestro.

  • Attendibilità: è consigliabile verificarne provenienza e integrità, specie in caso di contestazioni.

🛠️ Applicazioni pratiche

  • Diffamazione online

  • Contratti e condizioni digitali

  • Conversazioni via WhatsApp, SMS, email

  • Prove di accesso abusivo o stalking

🖋️ Conclusione

La Cassazione ha tracciato un quadro chiaro: gli screenshot sono prove documentali legittime, purché rispettino i criteri di pertinenza, leggibilità e provenienza. Sono strumenti semplici ma potenti, che permettono di documentare il digitale con la stessa forza del cartaceo.

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