In Spagna l'eutanasia è legge

 


Il Congresso di Madrid ha approvato questa settimana una legge che regolamenta l’eutanasia.
Il cittadino spagnolo che “soffra di una malattia grave e incurabile o di una condizione” nella quale dolori “cronici provochino una situazione di incapacità” potrà finalmente richiedere gratuitamente al sistema sanitario pubblico spagnolo di porre fine alle proprie “sofferenze intollerabili” con l’aiuto dei medici o anche da solo.
Il diritto ad accedere all’eutanasia prevede tre fasi di valutazione da parte di medici estranei al caso e il vaglio di una Commissione. Il paziente dovrà anche confermare quattro volte la propria intenzione nel corso di cinque settimane. Chi chiederà l’eutanasia potrà essere esclusivamente un soggetto capace di intendere e volere.
La norma, peraltro, regola sia l'eutanasia, con “somministrazione diretta di una sostanza al paziente da parte del professionista sanitario competente”, sia il cosiddetto suicidio medicalmente assistito, “prescrizione o fornitura al paziente da parte dell'operatore sanitario di una sostanza, in modo che possa auto-somministrarla, per provocare la propria morte”.
La legge entrerà in vigore entro tre mesi: la Spagna, così, diventa il settimo Paese al mondo a legalizzare l’eutanasia dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo, Canada, Nuova Zelanda e Colombia.
La proposta di legge è scaturita da un’iniziativa del partito socialista, principale forza di governo in Spagna e, a commento dell’approvazione della norma, il premier Pedro Sánchez ha dichiarato su Twitter. “Oggi siamo un Paese più umano, giusto e libero. Abbiamo risposto a una richiesta ampiamente condivisa dalla società. Ringrazio tutti coloro che hanno lottato instancabilmente perché in Spagna fosse riconosciuto il diritto a morire con dignità.”.

In Italia siamo ancora fermi al palo in materia di eutanasia e di suicidio assistito, anche per l’inattività dei partiti che si autodefiniscono di sinistra e progressisti, tanto che oggi Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha esternato su twitter e gli altri social il suo disappunto: “I capi di PD e M5S muti come pesci sulla legalizzazione dell'#eutanasia in Spagna.”.





“La Spagna, nonostante la pandemia, ha fatto in sei mesi ciò che il Parlamento italiano non è riuscito a fare in oltre 7 anni: avviare la discussione in Commissione parlamentare e arrivare all’approvazione di una legge che legalizza l’eutanasia” aveva già dichiarato Marco Cappato.
“Il Parlamento spagnolo fa compiere oggi un altro passo avanti importante all’Europa delle libertà civili. Dopo 7 anni e due richiami ufficiali caduti nel vuoto da parte della Corte costituzionale il Parlamento non ha avviato quella discussione in plenaria che i Parlamentari delle precedente maggioranza avevano garantito sarebbe avvenuta entro il 2020. Di fronte questa inerzia Mina Welby e io, che il prossimo 28 aprile saremo imputati presso la Corte di Appello di Genova dove rischiamo fino a 12 anni di carcere per l’assistenza al suicidio assistito offerto a Davide Trentini, proseguiremo con la nostra azione di disobbedienza civile”.
“In Italia le persone affette da patologie irreversibili – aggiunge la Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, l’avvocato Filomena Gallo – alla presenza di determinati requisiti possono legalmente ottenere aiuto a porre fine alle proprie sofferenze mediante l’assunzione un farmaco letale dopo un iter da intraprendere tramite il Sistema Sanitario Nazione. Ma in assenza di una legge occorre passare dai tribunali per vedersi rispettare un diritto, proprio come è successo a Mario, un uomo che stiamo assistendo a livello giudiziario e che è in possesso di tutti i requisiti ma che ha ricevuto un diniego dall’Asl di competenza.
Il Servizio Sanitario Nazionale dunque tramite questa ASL ha negato ufficialmente quanto previsto dalla Consulta senza neppure effettuare alcuna verifica sul suo stato di salute. Per questo motivo Mario, tramite un collegio legale, ha presentato ricorso contro l’illegittimo diniego di gravità assoluta – ribadiamo quindi l’urgenza di una legge che regolamenti le scelte di fine vita a garanzia di diritti fondamentali e chiediamo al Ministro della Salute di intervenire affinché la sentenza sia applicata in tutte le strutture pubbliche del SSN nel pieno rispetto della Costituzione.”.


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