Covid-19, tumori e dati

 



L'Associazione Luca Coscioni continua a studiare l’impatto della pandemia insieme a medici, scienziati, statistici ed esperti e a formulare proposte concrete da mettere in campo.

Tutto parte dal seguente concetto: l'analisi dei dati resi disponibili a tutti, in formato aperto e disaggregati, è l'unico modo per aumentare l'efficienza dello Stato.

Nel corso di un recente webinar, al fine di richiamare l’attenzione sull’emergenza della prevenzione e dei pazienti oncologici è intervenuto anche il Professor Ruggero de Maria, professore di Patologia Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Presidente di Alleanza Contro il Cancro, l’associazione di tutti gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che operano nel settore oncologico.

A proposito di numeri e di dati, questi ha dichiarato: “Il problema grave è quello degli screening oncologici perché l’Italia non investe in prevenzione. Abbiamo mammografi stravecchi e liste di attesa lunghissime. Nei primi 5 mesi di Covid sono stati effettuati 1 milione e 400 mila esami di screening in meno rispetto al 2019. Non sono stati diagnosticati oltre 2000 tumori alla mammella. Gli interventi chirurgici non urgenti sono stati ritardati del 64%.

Un prezzo altissimo se pensiamo che posticipare di un mese le cure oncologiche porta ad rischio di morte più alto del 13%. Per non parlare della ricerca, le cui attività sono state ridotte del 93% – il restante 7% è dedicato alla ricerca sul Covid. Ma cosa si può fare adesso? La priorità assoluta è riattivare gli screening oncologici. Occorre poi potenziare la telemedicina, il monitoraggio dei pazienti oncologici a domicilio, e le attività di chirurgia del 20-30% per recuperare i ritardi accumulati.

È necessario aumentare i posti di semi intensiva, di cui i pazienti oncologici spesso hanno bisogno, ma se sono tutte occupate da pazienti Covid è impossibile arrivarci. Occorre infine investire nell’ammodernamento di attrezzature per la prevenzione”.

E, allora, ritorna prepotente la considerazione che più volte l'associazione Coscioni ha ribadito da quando è iniziata questa crisi pandemica: conoscere i dati è fondamentale per il buon funzionamento di un Paese, a maggior ragione in una situazione di emergenza. Non sapere cosa sta accendo realmente, ci fa prendere decisioni tardive e approssimative. E questo ha impatto non solo per i pazienti Covid, ma per tutte le altre persone che soffrono di altre malattie, primi fra tutti i pazienti oncologici. Basti pensare che il 25% dei malati di cancro muore se contrae il virus.

È necessario, inoltre, predisporre subito il nuovo Piano Sanitario Nazionale (scaduto ormai da oltre 12 anni) anche per formalizzare le percentuali di spesa per settori ospedaliero, distrettuale e di prevenzione.




Infine, riporto integralmente la dichiarazione di Marco Cappato dello scorso 12 novembre.

“Anche per far fronte a questa emergenza nell’emergenza è necessario disporre di tutti i dati sull’andamento della pandemia, a beneficio soprattutto della comunità scientifica. Settimana scorsa il Presidente del Consiglio Conte aveva pubblicamente assicurato che i dati sarebbero stati messi a disposizione della comunità scientifica. Apprendiamo invece che L’ISS ha stipulato un accordo in base al quale fornirà i dati (quali?) esclusivamente all’ Accademia dei Lincei. Non si comprende perché escludere altri accademici, università e centri di ricerca. Chiediamo dunque che tutti i dati siano resi accessibili a tutti, in formato aperto e disaggregati. È inoltre indispensabile che siano realizzate indagini statistiche ricorrenti con poche migliaia di test rapidi su un campione rappresentativo della popolazione. Questa è l’unica maniera per avere una fotografia affidabile di come si sta comportando l’epidemia nel nostro Paese senza aspettare i dati che arrivano in ritardo dalle Regioni. Una proposta fatta 8 mesi fa insieme a due ex presidenti dell’ISTAT Giorgio Alleva e Alberto Zuliani e che come Associazione Luca Coscioni abbiamo inviato nuovamente al Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri Speranza e Azzolina”.

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