Le ASL e il suicidio assistito: la posizione dell'Associazione Coscioni


Il Congresso annuale dell'Associazione Luca Coscioni, da poco terminato, ci offre uno sguardo obbiettivo su tanti temi importanti per la vita civile del nostro Paese, tra cui quelli relativi ai diritti umani dei disabili, dei malati e delle donne.
Tra le diverse vicende trattate mi ha molto colpito questa sia per la forte carica drammatica che per i risvolti giuridici.
Un quarantaduenne, immobilizzato da 10 anni a causa di un incidente, inoltrava alla propria ASL di competenza istanza per poter porre fine alle sue sofferenze. Qualche giorno fa, dopo oltre un mese, ha ricevuto un divieto a procedere dal seguente tenore letterale:
“[…] La richiamata sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale interviene espressamente su questioni di legittimità costituzionale dell’art 580 del codice penale sollevate dalla Corte di Assise di Milano in relazione a diversa fattispecie, rispetto al Suo caso. Nella medesima sentenza, inoltre, si sollecita ulteriormente il Parlamento abbia provveduto nel senso indicato dalla Corte Costituzionale, normando con il necessario rigore le condizioni che devono sussistere e le relative modalità di esecuzione da applicare in una simile delicatissima e complessa fattispecie. Pertanto questa Direzione ritiene che, allo stato attuale della normativa vigente, non sia possibile esprimere un parere favorevole alla sua richiesta. La SV potrà comunque legittimamente avvalersi, ai sensi della citata L. n. 219/2017 delle cd “disposizioni anticipate di trattamento”, che prevedono la rinuncia ai trattamenti sanitari necessari alla sopravvivenza del paziente e la garanzia dell’erogazione di una appropriata terapia del dolore e di cure palliative”.
La Segretaria Avv. Filomena Gallo, proprio l'ultimo giorno del Congresso, nell'esporre i fatti, ha reso una dichiarazione forte che ci dà il senso dello smarrimento del rapporto tra cittadino malato e istituzioni e tra le stesse istituzioni tra loro.
“Una risposta che disconosce gravemente il contenuto della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che, con valore di legge, stabilisce dei passaggi specifici per tutti quei pazienti affetti da patologie irreversibili che in determinate condizioni, possono far richiesta di porre fine alle proprie sofferenza, attraverso un iter tramite SSN”.


“Il Servizio Sanitario Nazionale dunque tramite questa ASL ha negato ufficialmente quanto previsto dalla Consulta. Per questo stiamo preparando un’azione giudiziaria contro questo diniego di gravità assoluta e continuiamo a ribadire l’urgenza di una legge che regolamenti le scelte di fine vita a garanzia di diritti fondamentali”.
E ancora!
“Ci sono ASL che calpestano una sentenza della Corte Costituzionale e impongono ai malati di soffrire impedendo loro l’aiuto a morire. Su questa gravissima violazione dei rapporti tra istituzioni, chiediamo risposte al Ministro Speranza, al segretario Zingaretti, al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente Giuseppe Conte”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia Legale.
E, infine, Cappato ha chiosato: “Insieme a Mina Welby e Gustavo Fraticelli ribadiamo pubblicamente l’impegno a portare avanti nuove disobbedienze civili. Se queste persone che si sono rivolte a noi – e tutte le altre che vorranno chiedere il nostro aiuto – non troveranno risposte alle quali hanno diritto, nei tempi giusti e rispettosi della loro malattia e del loro dolore, noi li aiuteremo ad andare in Svizzera, per porre fine alle loro sofferenze”.

Insomma, mentre c'è un Parlamento che non ha il coraggio di decidere e ci sono enti e istituzioni che non si capiscono, i cittadini sono condannati a soffrire...


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