Amnesty International Italia: #Iolochiedo

Amnesty International Italia ha promosso nei giorni scorsi la campagna #Iolochiedo affinché la legislazione italiana si conformi alle norme internazionali, in particolare alla convenzione di Istanbul del 2011, e modifichi l’articolo 609-bis del codice penale nel senso di qualificare come reato qualsiasi atto sessuale senza consenso.
Il diritto internazionale, peraltro, impone agli Stati di attuare misure per proteggere le donne dalla violenza di genere, non solo con la tutela delle stesse, ma anche attraverso la condivisione di buone pratiche volte a trasformare leggi, politiche e atteggiamenti alla base dei crimini di violenza sessuale.
In questa ottica internazionale, inoltre, lo stupro e gli altri reati sessuali rappresentano anche una vera e propria violazione dei diritti umani e come tali dovrebbero essere trattati anche dalla legislazione interna.
A tal proposito Tina Marinari, coordinatrice delle campagne di Amnesty International Italia ha precisato: “L’Italia ha sottoscritto la Convenzione di Istanbul nel settembre del 2012, il Parlamento l’ha ratificata nel 2013 ma nonostante ciò la legislazione non è ancora stata modificata secondo le direttive del documento. A nostro avviso è importante completare questo passaggio perché il trattato di Istanbul rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne”.
La campagna #Iolochiedo si occupa anche della consapevolezza nelle giovani generazioni sul tema dello stupro, degli stereotipi di genere da combattere e di approfondire il concetto del consenso.


"Per contrastare le violenze sessuali è necessario, infatti, anzitutto cambiare gli atteggiamenti sociali basati sulla discriminazione di genere e sulle relazioni di potere di genere e contrastare la cosiddetta cultura dello stupro, intesa come normalizzazione della violenza sessuale. Per questo, chiediamo che oltre alla modifica della norma del codice penale che regola la violenza sessuale siano messe in atto misure per promuovere una cultura del consenso come sinonimo di condivisione e rispetto" si legge sul sito di Amnesty International Italia.


L'Istat, solo nel 2019, ci ha ricordato che in Italia persiste ancora il pregiudizio che "addebita" alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita per il modo di vestire (23,9% degli intervistati) o se sotto effetto di alcool e droghe (15,1%). 


"Smantellare" il pregiudizio è il primo passo per una necessaria crescita culturale e per debellare il fenomeno alla radice; adeguare le norme è il mezzo per punire le condotte con strumenti legislativi più moderni ed efficaci.

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