🩺 Emotrasfusione infetta: la Cassazione rafforza la tutela del paziente
Nel panorama della responsabilità medica, la sentenza n. 24541/2025 della Corte di Cassazione segna un punto fermo in materia di indennizzo per danni da emotrasfusione infetta. Il principio affermato è chiaro: la presentazione della domanda di indennizzo costituisce presunzione legale di conoscenza del danno, facendo decorrere da quel momento il termine di prescrizione.
🔍 Cosa cambia per i danneggiati?
La Corte ha ribadito che:
- La consapevolezza del danno si presume nel momento in cui il paziente presenta la domanda di indennizzo.
- L’onere della prova si ribalta: spetta all’amministrazione sanitaria dimostrare che il paziente fosse già a conoscenza del danno in un momento precedente.
- Questo orientamento limita le eccezioni di prescrizione, rafforzando la posizione del danneggiato e favorendo una lettura più garantista del diritto alla salute.
⚖️ Un segnale forte per la giurisprudenza futura
La decisione si inserisce in un contesto giurisprudenziale che tende sempre più a valorizzare il diritto alla salute come diritto fondamentale, costituzionalmente tutelato. In particolare, la Cassazione sembra voler scoraggiare interpretazioni formalistiche che rischiano di comprimere i diritti dei pazienti, soprattutto in situazioni di particolare vulnerabilità.
📌 Considerazioni pratiche
Per gli operatori del diritto, questa pronuncia offre spunti importanti:
- Nella redazione degli atti, è cruciale evidenziare il momento di presentazione della domanda come spartiacque temporale.
- In sede contenziosa, si apre la possibilità di contestare con maggiore forza le eccezioni di prescrizione sollevate dalle amministrazioni.
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