RT Lombardia: l'analisi di Marco Cappato




“Il pasticcio dati Covid-19 è conseguenza della scelta di tenere segreti i dati disaggregati, altrimenti qualsiasi ricercatore avrebbe potuto accorgersi dell’errore. La responsabilità è dunque sia del Governo che di Regione Lombardia. Chi ha i dati, li mandi a Covidleaks“. 
Interviene così Marco Cappato, attivista politico che sul tema del Diritto alla Salute e alla Scienza è attivo a livello internazionale con l’Associazione Luca Coscioni, di cui è Tesoriere, a proposito dell’errore nel calcolo del RT della Regione Lombardia.
E così, alla fine, dobbiamo ammettere che il tema della condivisione dei dati non è solo una questione di importanza scientifica o culturale ma riveste un ruolo fondamentale anche nel controllo dell'attività burocratica e amministrativa.
E non è questione di poco conto se vogliamo che democrazia e libertà siano la bussola per orientare l'agire pubblico e l'azione politica.
Del resto è evidente che con dati disaggregati a disposizione, ogni ricercatore avrebbe colto l’errore.
Cosa è CovidLeaks?
Si tratta di una piattaforma di whistleblowing promossa dall’Associazione Luca Coscioni che invita chiunque ne sia in possesso (personale sanitario, delle istituzioni…) alla condivisione anonima dei dati disaggregati e aperti sulla pandemia tenuti finora nascosti.  Questi vengono poi pubblicati online, a disposizione della comunità scientifica, data journalists, ricercatori e chiunque voglia utilizzarli per analisi indipendenti, ad esempio per cercare correlazioni incrociando alcune caratteristiche (come età, sesso, residenza, comorbilità) delle persone con altri fattori demografici e ambientali. Compito al momento impossibile.
“È evidente – rimarca Cappato – che per avere dati disaggregati e in formato aperto su scala nazionale e consentire agli scienziati di effettuare sistematicamente ricerche indipendenti servirebbero i dati aggiornati in tempo reale e certificati dalle Agenzie di Tutela della Salute, dalle Regioni, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Governo”.
Bisogna dare atto che in tema di pubblicità dei dati l’Associazione Luca Coscioni  è impegnata su tutti i livelli sin dall’inizio della pandemia. 
In questi mesi, come più volte abbiamo segnalato su queste pagine digitali, l’Associazione Coscioni ha sollevato interrogazioni parlamentari, proposto insieme a scienziati e due ex presidenti dell’Istat il ricorso a test tampone a campione sulla popolazione così da conoscere il dato del numero complessivo di contagi (con una percentuale di errore che non supera il 5%). Ha attivato tutte le leve a sua disposizione per chiedere chiarezza intorno a questi numeri su cui si basano le chiusure e i DPCM e per conoscere l’effettivo stato della pandemia nel nostro Paese, senza ricevere però risposte.
In definitiva, appare condivisibile a chi scrive la tesi introduttiva di Marco Cappato: la responsabilità per il pasticcio in Lombardia non è solo della Regione ma anche del Governo centrale che non ha saputo cogliere l'occasione di divulgare e rendere disponibili per la comunità i dati e i numeri del contagio.

Commenti