#Cannabisterapeutica: tra mozioni ed emendamenti

 

Riccardo Magi e Emma Bonino

In questa coda di 2020 si segnalano ancora due questioni relative alla cannabis ed ai suoi usi in ambito medico e sanitario.

Partiamo, innanzitutto, da un atto squisitamente di indirizzo politico ossia dalla mozione parlamentare depositata il 9 dicembre scorso e firmata da novantatre parlamentari tra cui Caterina Licatini (M5s), prima firmataria, e Riccardo Magi (gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

Giova premettere che ad oggi la legge prevede che il medico (qualsiasi medico, specialista o di medicina generale) possa prescrivere preparazioni a base di cannabis a carico del Servizio sanitario nazionale, se prescritte per la terapia del dolore e per sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, dolore neurogeno, effetti da chemioterapia, radioterapia, terapie per Hiv, perdita dell'appetito in pazienti oncologici o affetti da Aids e nell'anoressia nervosa, e per glaucoma e sindrome di Gilles de la Tourette. Inoltre, il medico può prescrivere tali preparazioni anche per altri impieghi, ma al di fuori del regime di rimborsabilità.

Caterina Licatini


Partendo dalla insufficiente disponibilità (tra importazione e produzione) di cannabis medica, dai problemi di produzione o di consegna, dalle code di attesa, dal ridotto numero di farmacie che fanno preparazioni galeniche e dalla imprecisione nelle stime regionali delle quote annuali di cannabis, la mozione evidenzia come tutto ciò comporti inevitabilmente una serie di ostacoli quotidiani che impediscono a migliaia di pazienti di ottenere la terapia o di ottenere una continuità terapeutica.

La mozione, inoltre, sottolinea anche che le difficoltà connesse al reperimento dei prodotti a base di cannabis spingono i pazienti a rivolgersi al mercato nero pur di alleviare le proprie sofferenze e trovare un po' di sollievo, oppure, nel migliore dei casi, all'autoproduzione che fornisce delle garanzie in più sulla qualità, ma lascia privi di tutela giuridica chi ne fa uso. 

Pertanto, i parlamentari firmatari si propongono di impegnare il Governo ad adottare, tra le altre cose, iniziative per rimuovere gli ostacoli per l’approvvigionamento e la continuità terapeutica, aumentando la produzione nazionale con maggiori autorizzazioni a enti pubblici e privati, con maggiori importazioni dall’estero; ad adottare iniziative normative volte a introdurre eccezioni alla configurabilità del reato di coltivazione di stupefacenti, quando le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, siano destinate in via esclusiva all’uso personale del paziente/coltivatore, rendendo tale pratica legale, in conformità con la recente giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza del 16 aprile 2020, n. 12348); ad adottare iniziative per promuovere e aumentare la ricerca scientifica e l’informazione sulla cannabis medica, anche rendendo autonomo l’Organismo statale per la cannabis dall’Ufficio centrale degli stupefacenti; a ritirare la circolare del Ministero della salute del 23 settembre 2020 che vieta la consegna a domicilio di medicinali a base di cannabis; a convocare la Conferenza nazionale sulle droghe per affrontare il tema della gestione del fenomeno del consumo vendita e produzione stupefacenti in maniera più approfondita e organica, così come previsto articolo 1, comma 15, del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, che obbliga il Presidente del Consiglio dei ministri a convocare la Conferenza nazionale ogni tre anni, mentre l’ultima in Italia si è svolta nel marzo del 2009 a Trieste.

La seconda questione, con effetti più immediati e ricadute più pratiche, è relativa all’approvazione dell’emendamento alla Legge di Bilancio, proposto dal parlamentare Magi, che ha raddoppiato i fondi per la produzione e per l’importazione di cannabis terapeutica stanziando tre milioni e seicentomila euro per la produzione e settecentomila euro per l’importazione della cannabis utilizzata a fini terapeutici nel 2021. 

“Con l’approvazione del mio emendamento alla Legge di Bilancio verranno raddoppiati i fondi per la produzione e l’importazione di #Cannabisterapeutica. È un piccolo grande segnale nell’attesa di una migliore e più adeguata regolamentazione del settore”, scrive su Facebook il deputato radicale di +Europa.

Che precisa: “Ci sono migliaia di malati cronici, oncologici e terminali che pur avendone diritto ancora non riescono ad avere garantita una continuità terapeutica, soprattutto ora che la pandemia crea ulteriori difficoltà. In Italia nonostante la Costituzione e la legge dovrebbe garantire il diritto alle cure c’è un problema di scarsa produzione che non riesce a soddisfarne le esigenze e di scarsa importazione che non sopperisce alle scarsa produzione nazionale”.

E conclude: “Questo è un primo segnale importante, il mondo sta andando avanti sulla legalizzazione della Cannabis e anche per l’Italia è arrivato il momento di aprire una nuova stagione. Ringrazio i colleghi deputati che hanno votato il mio emendamento, la #libertaterapeutica non deve avere colore politico, è una questione di civiltà”.


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