La legge 40, tra referendum e Corte Costituzionale




L'associazione Coscioni ci ricorda che il 12 e 13 giugno 2005 la Legge 40/2004 sulla Procreazione Medicalmente Assistita fu oggetto del referendum popolare sull’abrogazione di buona parte dei divieti che andavano contro il diritto alla salute. Il quorum non fu raggiunto ma l’80% di chi votò scelse di cancellare le proibizioni su fecondazione assistita e ricerca sulle cellule staminali embrionali.

Negli anni, l’Associazione Luca Coscioni ha adito sia le giurisdizioni nazionali che quelle internazionali per rendere possibile la fecondazione eterologa, la fecondazione di più di tre gameti cancellando l’obbligo di contemporaneo impianto, l’accesso alla PMA per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche. 
Ad oggi resta il divieto di ricerca scientifica sugli embrioni non idonei per una gravidanza e su questo fronte si concentra la battaglia culturale e giuridica dell'Associazione.



Dice l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, in occasione di questa ricorrenza: “Il sogno di poter stringere il proprio bimbo tra le braccia per centinaia di aspiranti mamme e papà venne infranto con un referendum boicottato da ingerenze della politica e del Vaticano.
Grazie alla determinazione di alcune coppie quella gioia è stata raggiunta successivamente, con le decisioni dei tribunali suscitate da azioni che, stando agli ultimi dati disponibili, (2017), hanno portato alla nascita di almeno 705 bambini grazie alla diagnosi preimpianto, per un totale di 14.000 nati all’anno con tutte le tecniche di PMA oggi in vigore in Italia.".
“Rispetto al 2005  –precisa l'Avv. Gallo–  siamo attivi a tutti i livelli per eliminare l’ultimo divieto del referendum, quello di ricerca scientifica sugli embrioni non idonei per una gravidanza e in generale per raggiungere l’obiettivo di una piena tutela del diritto alla salute, recentemente abbiamo ribadito al Governo l’urgente necessità di inserire la “Diagnosi Genetica Preimpianto” fra i Livelli Essenziali di Assistenza, un’azione necessaria per evitare aborti. Stiamo inoltre agendo sulle regioni perché promulghino la proroga del limite di età attualmente previsto. Per ora solo Campania, Lazio e Toscana hanno reagito positivamente. Inoltre abbiamo chiesto la possibilità del rimborso ai donatori di gameti; l’aggiornamento in modo chiaro della parte dei LEA relativa alle prestazioni di Procreazione Medicalmente Assistita e che le tabelle sui costi siano corrispondenti ai reali costi delle tecniche avanzate di PMA, allo stato attuale non effettivamente erogabili.
Infine di erogare tecniche eterologhe e indagini preimpianto anche nel pubblico.”.




Considerata l’inerzia del Parlamento, anche sulla scorta dell’intervento della Corte Costituzionale nel 2016, l’Associazione Luca Coscioni tornerà innanzi al Tribunale di Roma per chiedere che embrioni non idonei per una gravidanza possano essere donati alla ricerca. A questo punto, la Corte Costituzionale potrebbe ritornare su di un tema che era stato ammesso anche nei referendum del 2005.
Ma l’inerzia del Parlamento non si risolve solo nel non riscontrare la Corte Costituzionale e le tante coppie, ma si concretizza anche nel non conformare la legge 40 alle Raccomandazioni  emesse dal Comitato per diritti economici, sociali e culturali, Nazioni Unite, a seguito di procedimento presentato per una coppia in relazione alla violazione del diritto alla salute riproduttiva violato dalla legge  40/2004.


Commenti