Discriminazione dei disabili e Associazione Coscioni


La legge 67 del 2006, rubricata "Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni" e pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 6 marzo 2006, n. 54, sancisce il diritto di chi vive una condizione di disabilità a non essere discriminato e prevede che il Tribunale civile ordinario competente per territorio possa ordinare la cessazione di un atto o di un comportamento che lo discrimina.  
Sì ha discriminazione quando una prassi, un provvedimento involontario o un comportamento in apparenza neutro mettono una persona disabile in una posizione di svantaggio rispetto agli altri. Richiamando esplicitamente l’art. 3 della Costituzione, l’art.1 della legge 67/2006 si prefigge di garantire la “piena attuazione” della Legge 104/1992, al cui articolo 3 viene definito disabile “colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”. 
La norma individua due forme di discriminazione.
Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga. Si ha, invece, discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono un soggetto con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto alle altre persone.

Sulla scorta di questa normativa e a tutela dei diritti dei disabili si segnala l'attività svolta da sempre dall'Associazione Luca Coscioni.
L'azione giudiziaria, promossa appunto dall’Associazione a supporto di due disabili, e che qui si riassume brevemente, prende le mosse dalla inaccessibilità delle spiagge e del mare per tutti coloro che si spostano con l’ausilio della sedia a ruote nel comune di Sperlonga.
Il Tribunale di Latina, con provvedimento pubblicato lo scorso 4 giugno, ha accertato che nel territorio comunale alle persone con disabilità non viene garantita la totale accessibilità e visitabilità delle spiagge libere e dei 56 stabilimenti balneari presenti sul Lungomare. Una situazione fonte di grave discriminazione nei confronti delle persone con ridotta o impedita capacità motoria, che rende ingiusto e immeritato il conferimento della Bandiera Blu al Comune sperlongano per il 24esimo anno consecutivo.

Il Giudice, inoltre, ha condannato l’ente comunale a compiere entro due mesi tutta una serie di opere e infrastrutture al fine di rendere accessibili alcuni tratti di spiaggia e di mare. In particolare il Comune di Sperlonga dovrà realizzare rampe di accesso agli stabilimenti, alle spiagge e al mare, modificare la pendenza di alcune passerelle, istituire parcheggi adatti alle persone con disabilità e collegare questi ultimi alle spiagge con appositi percorsi, disporre camminamenti orizzontali e trasversali sulla sabbia, dotare alcuni tratti di arenile di sedie job, sistemare i servizi igienici e migliorare i percorsi di collegamento degli stessi con la spiaggia.
“Questa decisione giudiziaria fotografa per l’ennesima volta l’assenza in ambito di amministrazione pubblica di un’efficiente programmazione di abbattimento delle barriere architettoniche e messa a disposizione per tutti di tutti i servizi che una comunità offre, come previsto dalla legge –ha dichiarato il Coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’Associazione Luca Coscioni, Rocco Berardo-. L’Italia se vuole avere davvero una “rinascita” può e deve partire da un grande investimento infrastrutturale sull’accessibilità”. 

 

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