La Storia della disobbedienza civile ci racconta "storie" di uomini e donne che hanno messo la loro vita e la loro libertà a repentaglio per difendere un'idea di giustizia universale.
Diceva Gandhi: "Ogni violazione di una legge comporta una punizione. Una legge non diviene ingiusta semplicemente perché io lo affermo, tuttavia a mio parere essa rimane ingiusta. Lo stato ha il diritto di applicarla finché è contemplata nei codici, io devo resistere a essa in modo nonviolento. E lo faccio violando la legge e sottomettendomi pacificamente all’arresto e all’imprigionamento”.
Proprio ieri Marco Cappato, prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, ha dichiarato: "In piena sintonia e assonanza con le motivazioni che avete prospettato rimettendovi alla Corte Costituzionale la mia è una motivazione di libertà, di diritto alla autodeterminazione individuale, naturalmente all'interno di determinate condizioni, è per questo che ho aiutato Fabiano".
Spesso, però, si dimentica che al fianco di questi eroi civili vi sono dei professionisti che puoi incontrare tutti i giorni nelle aule di Tribunale che, oltre a difendere gli imputati nei processi, difendono le Idee, le ragioni della Giustizia, la Costituzione e i suoi princìpi, anche al di là del mero dato letterale della Legge.
Sono gli Avvocati che tutelano le ragioni di Antigone contro il formalismo senza cuore di Creonte.
Ho l'onore di conoscere personalmente un Avvocato di tale caratura, che per di più è iscritto all'Albo degli Avvocati di Lagonegro.
Franco Di Paola, salese, Avvocato penalista, componente dell’osservatorio Nazionale sulle misure di prevenzione patrimoniali dell’UCPI, componente della Giunta dell'Associazione Luca Coscioni, membro del collegio di difesa di Marco Cappato.
Con emozione oggi ho raccolto le sue parole a margine della sentenza di assoluzione emessa il 23 dicembre dalla Corte di Assise di Milano e mi ha colpito, soprattutto, il suo non adagiarsi sugli allori di una vittoria che è già entrata nei libri di Diritto e la sua convinzione che le battaglie per la libertà sono tutte di là da venire.
"Con la sentenza di ieri si è concluso un percorso iniziato anni fa con Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro. L'assoluzione di Marco Cappato dà forza alle ragioni della sua battaglia e alle ragioni del coraggio di un uomo che crede nei valori della nostra Costituzione.
Un percorso che però apre alla strada che ancora si sta tracciando, quella che porta al processo di Massa dove Marco Cappato e Mina Welby sono imputati per aver aiutato Davide Trentini a morire dignitosamente in Svizzera.
La diversità rispetto al caso di Fabiano Antonioni è, solo, l’assenza del trattamento di sostegno vitale.
Le battaglie non finiscono qui ed occorre davvero lavorare tanto per riuscire a far fare un passo avanti, al nostro Paese, su temi quali il fine vita.".
Forse un giorno qualcuno dovrà raccontare la passione, la forza, le speranze ma anche le lacrime, la stanchezza, le notti insonni di questi Avvocati.
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