A proposito di "penalizzazione integrale" della vita sociale italiana


https://www.corriere.it/editoriali/19_dicembre_08/gli-squilibri-potere-politica-giustizia-9aa82996-19ed-11ea-b52c-4b88648fa942.shtml

L'editoriale di Angelo Panebianco apparso sul Corriere l'8 dicembre 2019 descrive in maniera plastica la deriva giustizialista e "panpenalista" che la società italiana, pubblica e privata, sta attraversando da ormai circa trenta anni.

La questione della prescrizione, del fine processo mai, della morte civile dell'imputato, come si vede, è solo l'ultimo passo che stiamo compiendo come società democratica e liberale assolutamente debole e imperfetta.


Gli squilibri di potere tra politica e giustizia, tra il ceto degli eletti e quello delle Procure, è la prova che in Italia il pensiero illiberale la fa ancora da padrone.

Dice Panebianco: "È proprio grazie all’ampia riserva di consensi di cui continua a godere nel Paese che la democrazia giudiziaria è in una botte di ferro. Perché quei consensi garantiscono ai settori più militanti del potere giudiziario di poter contare sulla sicura connivenza di frazioni quantitativamente importanti della classe politica.".




E come dargli torto!

Eppure se per i cittadini comuni è difficile comprendere che questa non è vera democrazia, che questa strada ci allontana dal mondo occidentale, il compito di chi fa cultura, di chi fa informazione, di chi fa politica o, semplicemente, si confronta nel dibattito pubblico è quello di non arrendersi e di ribadire sempre con forza le proprie convinzioni.

Commenti