Vaccino anticovid: come procede la distribuzione?


In questo principio di 2021 sono in corso due battaglie in merito al vaccino anticovid.
La prima, meramente culturale, è quella per convertire e convincere le "teste gloriose" dei novax e chi, a vario titolo, rifiuta questo specifico vaccino.
È una battaglia che vede contrapposti i razionali o quanto meno i fiduciosi nella scienza e nel progresso e, chi, invece, crede che sia tutto un complotto o quanto meno che ci sia una macchinazione dei poteri forti per lucrare sulla paura e sulla malattia.
Ai complottisti puri e duri preferisco non replicare, agli altri chiedo quanto abbiano pagato l'ultimo pasto gratis consumato...
D'altronde, nel 2021, non è questa la battaglia più urgente. Anzi, al momento, è una battaglia fuorviante!
Il problema principale è, piuttosto, la campagna vaccinale vera e propria che, al di là della solita e becera comunicazione governativa, procede molto a rilento sia in termini assoluti che in relazione agli altri Paesi europei.
Giordano Masini, sul sito istituzionale di Più Europa, fornisce numeri e dati sui quali è essenziale riflettere.
"I vaccini ci sono, manca però l’organizzazione e il personale per somministrarli alla popolazione in tempi accettabili e comunque paragonabili a quelli degli altri paesi europei. Il piano del governo prevede nella migliore delle ipotesi che impiegheremo nove mesi per usare le dosi che saranno disponibili in sei mesi per vaccinare tutta la popolazione, e questo è già molto grave. Ma l’analisi delle gravissime lacune del piano dimostra che andrà anche peggio di così, e infatti in questi primi giorni già sta andando molto peggio di così: delle 470mila dosi arrivate in Italia ne sono state usate solo 35000, solo il 7%, mentre nello stesso periodo la Germania ha vaccinato 165.000 persone."
È superfluo evidenziare che questi ritardi sono particolarmente intollerabili perché si paga un tributo di migliaia di vite umane perdute.


Basti considerare che l'ineffabile Commissario Domenico Arcuri, in risposta all’istanza di accesso civico generalizzato (Foia) inoltrata da ZetaLuiss al Ministero della Salute e agli uffici per l’Emergenza Covid, ha risposto che l’elenco completo dei centri vaccinali designati per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus è «ancora in divenire, ragion per cui non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali come da richiesta».
Insomma, non solo non esiste un documento ufficiale ma viene proprio certificato che non esiste una strategia nazionale in quanto anche le singole Regioni procedono in ordine sparso.
Come ancora evidenziato da ZetaLuiss "la percentuale di somministrazioni eseguite sul totale delle scorte disponibili varia molto da territorio a territorio. I dati del governo sulle vaccinazioni finora eseguite evidenziano gap vasti tra le regioni: si va dal 34 per cento di vaccini somministrati dalla provincia autonoma di Trento sul totale delle dosi ricevute, per scendere fino al 2,1 per cento di vaccinazioni fatte dalla Basilicata. Altre regioni fanno peggio. È il caso della Sicilia, che pur avendo a disposizione un numero di unità superiore a quello del Lazio (46.510 contro 45.805) è riuscita a somministrarne solo il 5,3%.  A differenza dell’Isola, la regione del Centro Italia ha già utilizzato il 20,3% delle dosi disponibili. 
I numeri aggiornati al primo gennaio raccontano di 45.667 vaccinazioni su 469.950 dosi ricevute dall’Italia. Ciò significa che poco meno del dieci per cento (9,71%) dei vaccini stoccati sono stati finora distribuite alla popolazione. Con grande variabilità da regione a regione.".
Insomma, non c'è da stare molto tranquilli.

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