Sperimentazione animale: l'anomalia italiana

 

La ricerca biomedica nel nostro Paese è a rischio a causa delle restrizioni normative imposte da una normativa non in linea con quella europea.

In tempi di pandemia da Covid-19, questa anomalia tutta italiana è davvero un'assurdità.

A tal proposito, anche l’Associazione Luca Coscioni ha sottoscritto la lettera di Research4Life alle istituzioni sulla sperimentazione animale.

In linea generale è importante, innanzitutto, ribadire che il modello animale è, ad oggi, ancora non sostituibile o addirittura obbligatorio in alcuni ambiti della ricerca biomedica. Nella ricerca di base, in particolare, la Sperimentazione Animale gioca ancora un ruolo fondamentale. 

Al contempo, è anche doveroso ribadire che la scienza non può prescindere dall'etica, per cui il corretto bilanciamento tra i diritti degli animali e quello alla cura dei pazienti, avendo accesso a terapie efficaci, non può che passare attraverso la regola delle 3R: Replace, Reduce, Refine. 

Ossia: 1) Rimpiazzare il modello animale ogni qualvolta questo sia scientificamente possibile, 2) Ridurre al minimo il numero di animali utilizzati e 3) Rifinire al meglio tutte le procedure riducendo al minimo la loro sofferenza. 

La regola delle 3R fa parte della Direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, una Direttiva recepita da tutti i 28 stati membri dell'Unione europea, compresa l'Italia.

Il Parlamento italiano, tuttavia, nel recepire la Direttiva europea, ha deciso inopinatamente di modificarla applicando misure più restrittive che non consentirebbero, in tante circostanze, ai nostri scienziati di utilizzare, quando necessario, animali per lo studio di malattie e trattamenti.

Solo in virtù delle proteste della comunità scientifica nazionale e internazionale, da marzo 2014 è in vigore una moratoria triennale sulle restrizioni, rinnovata per ulteriori 3 anni a febbraio 2017 e poi di nuovo per un solo anno, fino al prossimo 31 dicembre 2020.

Questa prospettiva temporale ristretta ha, chiaramente, messo in difficoltà i ricercatori italiani nella programmazione degli esperimenti e posto in svantaggio i nostri connazionali rispetto ai europei nell’accesso ai finanziamenti internazionali, che spesso si sviluppano per tempi più lunghi.



Si riporta di seguito il comunicato preparato da Research4Life:

"Research4Life e la comunità scientifica, rappresentata da 45 firmatari, hanno scritto una lettera aperta alle massime cariche della Repubblica italiana per chiedere ed ottenere risposte a favore della ricerca biomedica, osteggiata e minacciata dagli animalisti che bloccano progetti di ricerca e oggi, di fatto, i lavori parlamentari.

Accade infatti che in questi giorni sono stati presentati due emendamenti al disegno di legge di Bilancio per il 2021, tesi a correggere le storture presenti nel D.Lgs n. 26 del 2014 che – nel recepire la normativa europea in materia di utilizzo di animali per la sperimentazione – ha introdotto divieti che non esistono negli altri Stati membri.

Ebbene, il Parlamento italiano non ha ritenuto nemmeno di ammettere alla votazione tali emendamenti, che avrebbero messo fine ad una situazione che danneggia la ricerca. Si eviterebbe inoltre di mantenere il Paese in procedura d’infrazione e svantaggiare i ricercatori italiani rispetto ai colleghi nel mondo, costringendoli ad andare a lavorare all’estero.

Il documento evidenzia i motivi per cui la sperimentazione animale è una necessità e un diritto della ricerca, fondamentale per il progresso sociale, tra cui il fatto che è fra i metodi indispensabili per arrivare a terapie efficaci e sicure.

Il documento, che è firmato dai maggiori Enti di ricerca nazionali e da una larga rappresentanza delle Università italiane, nel chiedere un intervento ai Presidenti Mattarella e Conte e ai Ministri Speranza e Manfredi, ricorda che i ricercatori chiedono solo di poter lavorare seriamente e con impegno per il progresso scientifico e la cura delle malattie.

Inviando una mail a info@research4ife.it potrete chiedere anche che il vostro Ente venga inserito tra i firmatari dell’appello per chiedere ed ottenere risposte a favore della ricerca biomedica, osteggiata e minacciata dagli animalisti che bloccano progetti di ricerca e oggi, di fatto, i lavori parlamentari.".

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