Anche gli Avvocati sono stati Teenager


Ho scavato nella memoria e nei miei archivi ed ho riscoperto la mia passione giovanile per la poesia in generale e per la poesia d'amore in particolare.
Ho pensato, così, di pubblicare i miei versi di allora, di quegli anni Novanta che non torneranno più.

Ecco l'indice dell'opera ed alcuni componimenti:

Prefazione
Costanti gocce di luna imbevono la notte
Dal buio di pozzo del mio cuore
Staremo insieme come
Ombre nel silenzio
Come un ragno assetato
I tuoi occhi
Fiori
Angelo crudele
Guerra nel campo
Come un bambino
La tua voce fresca
Sono un
Le tue labbra leggere
Come in un giorno senza sole
Era una foglie verde
Cado dalla punta
Chiedimi di
Solo lo spazio informe
Dove stai andando?
Le tue lacrime
Mentivo
Non si sente
Vedo una scheggia
Il vento veloce
Oltre la mia testa
Dormono
Gli occhi del cielo
Voglio soltanto
Immagini di te
Sospeso
Giudizio di sangue
Sono in catene
Sulla spiaggia immensa
La gioia
Mi tradisce
Senza preghiere
Occhi nuovi
Mostrami farfalla
Mille strade diverse
Lungo la strada
Non cade più pioggia
Lasciami scorrere nel fiume nero
Perché mi scavano
La tua pelle bagnata
Impressioni
Resterà la notte
Il piacere della tua lingua
Ero solo
Vedevo uno spazio
Credo di dover
Sento sulla mia pelle
Stringimi e trattieni presso di te
Mi manchi
C’è un altro spazio
Aspettando
Quante cose il vento
Niente più fiori
Nella coppa azzurra
Erano sole
Eri bella, oggi
L’amore non ha paura del vento
Le ombre allungate del tempo
Al di là dello svanire
La memoria
Nuvole basse
Non ho rifugio
Finalmente i gabbiani
Non c’è che dolore
Come un’ala di gabbiano
Ho visto
Dolore psichico
Ieri i tuoi occhi
Dolore trasforma queste membra
I tuoi occhi strisciano
Quando avrà termine
Dita metalliche
Distinguere
Ringraziamenti e dedica
Biografia dell’Autore

Costanti gocce di luna imbevono la notte

Costanti gocce di luna imbevono la notte
Spugnosa e satura d’ebbrezza.

Gioco con parole lontane e tristi
Che affondano le zanne nel buio delle nubi,
Che imbrigliano comete stanche dell’Oriente.

Nella città si muore ancora.
Si geme.

Gioielli di luce plasmano le anime cieche
Ed aspri placano la sete col vino dei sogni.

Gelo.

Scuoto le membra assopite nel freddo,
Appiattisco le rughe di fumo sulla scura grotta,
Inghiotto l’aria divina del cielo raschiato.

Mendichiamo affranti i sorrisi di un bimbo
Che assaporo in un totale abbandono di me.
Illumino di fuoco il campo dei giochi.

Vorticosamente volgiamo l’occhio alle folle
E microcefali angeli, dall’alto, predicano;
Scrutiamo nel turbine il volto di un amico
Che scioglie però l’anima nostra in cristalli.
Mi sento tradito da una parte di me,
Illusione di superiorità affilata e buia.

E piango polvere di antracite ed avorio.

Ormai in città mi conoscono:
Sono il Signore delle coppe distrutte.



Dal buio di pozzo del mio cuore

Dal buio di pozzo del mio cuore
Liquide lacrime sfiorano gli occhi.
Bruciava la sabbia. Deserti.

Nuova acqua sale. Verso un fiore
Che piange il futuro.

Nuovo sole appare. Verso un fiore
Bagnato di dolce rugiada.

Dal buio di pozzo del mio cuore
L’acqua secca sul fondo annerito
Beve dai tuoi occhi il profumo
Dell’amore.

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