Spes contra spem: Nessuno tocchi Caino

Ieri e oggi, nel carcere milanese di Opera, si svolge l'ottavo Congresso di Nessuno Tocchi Caino, associazione transnazionale il cui principale scopo è l'attuazione della moratoria universale della pena di morte e, più in generale, la lotta contro la tortura.

Nel teatro del carcere  -intitolato a Marco Pannella, che nel 2015, durante il suo ultimo Congresso da Presidente, animò la lotta per l’abolizione dell’ergastolo ostativo-  giuristi, carcerati e cittadini discuteranno proprio di questa battaglia che, nel 2019, è culminata con le decisioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte Costituzionale, intervenute pesantemente a sanzionare alcune norme "emergenziali" introdotte nell'Ordinamento Penitenziario per combattere la mafia.
Venerdì 20 dicembre, nella sessione di analisi delle citate sentenze contro l'ergastolo ostativo, hanno spiccato gli interventi dell’Avv. Antonella Mascia, che ha patrocinato il caso Viola vs Italia alla CEDU, del Presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, dei professori Pasquale Bronzo, Davide Galliani e Andrea Pugiotto, del Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin e di Riccardo De Vito, Magistrato di Sorveglianza di Sassari e Presidente di Magistratura Democratica.
Nella sessione di dibattito odierna interverranno, tra gli altri, il Prof. Luciano Eusebi, Gherardo Colombo, Luigi Crespi, lo scrittore Gioacchino Criaco e Livio Ferrari, Presidente di No Prison.
Sergio D'Elia, il segretario della ONG, rivolgendosi alla stama ha espresso concetti sui quali è necessario riflettere con la massima attenzione: "Il congresso di Nessuno Tocchi Caino ha sicuramente il valore di una celebrazione, quasi una festa, per il successo conseguito in questo straordinario anno in cui lo stato di diritto ha vinto sullo stato di emergenza e la speranza sulla paura".
"Spes contra spem" era il motto di Marco Pannella che, come Sciascia, sosteneva che la mafia non va combattuta con la "terribilitá" ma con lo stato di diritto.
Ora bisogna pungolare il Legislatore, sapendo che la Consulta sarà buon argine per ogni populismo giustizialista.
La nuova sfida di Nessuno Tocchi Caino, e io aggiungo di ogni buon cittadino che crede nello stato di diritto, è di "mettere in discussione l'idea aberrante secondo cui il sistema penale deve rispondere al dolore e alla sofferenza inflitti dal reato con altrettanta sofferenza e dolore".
Già Genesi 4,15 ci ammoniva: "Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato.".
In conclusione, con D'Elia possiamo affermare: "Lo Stato, in nome di Abele, non può diventare Caino".

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