Spero di non essere in ritardo

Il 2019 è agli sgoccioli.
Vi propongo alcune analisi sull'anno passato e alcune proposte di riflessione per il 2020: una breve sintesi ma soprattutto una traccia per le future discussioni che questo giornale digitale ci consentirà di affrontare.
A fronte di una produzione normativa obbiettivamente scadente, si sono segnalati numerosi interventi giurisprudenziali che hanno inciso in maniera significativa a tutela dei diritti dei cittadini.
Dalla sentenza sul caso Cappato a quella sull'ergastolo ostativo, la Corte Costituzionale ha sopperito all'inattività del Legislatore e ha cancellato alcune storture che ponevano l'ordinamento penitenziario italiano in contrasto con i diritti umani.
Anche la Corte di Cassazione con interventi interessanti sulla cd. Spazzacorrotti ha apprestato gli opportuni correttivi ad una normativa poco chiara che equipara i fenomeni di criminalità organizzata e terrorismo ai fatti di corruzione; con la sentenza sulla coltivazione della marijuana per uso personale la Suprema Corte ha, invece, chiuso una diatriba interpretativa che andava avanti senza soluzione da moltissimi anni a questa parte.
Cosa sarebbe auspicabile per il 2020?
A mio parere, basterebbe semplicemente che il Legislatore avesse coraggio e coerenza nell'adottare provvedimenti normativi che sono diventati necessari per l'Italia.
Tante questioni di civiltà, dai temi bioetici al fine vita, dallo ius culturae alla libertà scientifica, dalla legalizzazione delle droghe all'introduzione delle colture cd. Crispr dovrebbero diventare non solo tema di dibattito ma leggi dello Stato.
Ma per tradurre tutto questo in realtà ci vuole impegno e determinazione. 
E, soprattutto, occorre cominciare a ragionare in una prospettiva di più ampio respiro per far sì che tematiche come l'ecologia, la demografia, l'economia non siano sommerse dal rumore di fondo dell' "hic et nunc" della demagogia e del populismo, le cui pulsioni ci dirottano in un passato immaginario o, al massimo, in un futuro dal passo corto, fatto di muri e recinzioni, di facili promesse e paure percepite.

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