Diritto ambientale e CNAPI

 



Come visto in precedenti articoli su queste stesse pagine digitali, il 30 dicembre 2020 la Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, ha ottenuto il nullaosta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) per la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), che indica su tutto il territorio italiano 67 siti “potenzialmente” adeguati a ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi nazionali.

La CNAPI non compie la scelta definitiva della località in cui dovrà essere realizzato il deposito, ma, sostanzialmente, individua tutte le aree che soddisfano le condizioni tecniche per erigerlo e, pertanto, si limita ad effettuare una sorta di graduatoria tra le stesse. 

La Carta, quindi, rappresenta innanzitutto una mappa delle migliori 12 zone, localizzate principalmente in Piemonte e Lazio. Più precisamente: Provincia di Torino: Rondissone-Mazze-Caluso; Carmagnola. Provincia di Alessandria: Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento; Fubine-Quargnento; Alessandria-Oviglio; Bosco Marengo-Frugarolo; Bosco Marengo-Novi Ligure. Provincia di Viterbo: Montalto di Castro (due localizzazioni), Canino-Montalto di Castro, Corchiano-Vignanello, Corchiano.

Peraltro, solo l’area fra Alessandria-Castelletto-Quargnento e l’area Bosco Marengo-Novi sono quelle ad avere conseguito votazione piena con lode. 

In Toscana, Puglia e ancora in Piemonte la Carta individua altri 12 siti ad alto interesse: tra cui Castelnuovo Bormida-Sezzadio (Alessandria), un’area a Siena (in val d’Orcia fra Pienza e Trequanda) e una a Grosseto (Campagnatico); un territorio in provincia di Bari (Gravina), due vaste aree tra Bari (Altamura) e Matera, una nella provincia di Matera e altre due zone ampie fra Matera e Taranto (Laterza).

Infine, in una terza fascia, sono raggruppate nella CNAPI tutte le altre aree idonee ma con minori probabilità di essere scelte tra cui, in Basilicata, Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano e Irsina.




Come evidenzia anche il sito della Fondazione Ottimisti & Razionali in un recente articolo di Enrico Napoletano e Simone Spinelli, avvocati esperti di diritto ambientale, “è opportuno ricordare come tale deposito nazionale non riguarda le scorie più pericolose, quelle con radioattività più alta per le quali la soluzione sarà individuata in modo congiunto con altri Paesi europei. Il problema che il deposito vuole risolvere sono i rifiuti radioattivi a media e bassa attività, quelli che si producono quotidianamente, principalmente in ospedali ed industrie farmaceutiche. Sul territorio europeo esistono già 30 depositi di rifiuti nucleari, mentre in Italia questi, sino ad oggi, venivano dispersi in oltre 100 siti, senza le dovute precauzioni e tecniche di trattamento. Risulta quanto mai evidente, quindi, la necessità e l’urgenza di questo provvedimento, cui seguirà una lunga consultazione pubblica, in cui verranno sentite ed analizzate le istanze della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste, con la possibilità di modificare la Carta da sottoporre, nel caso, al vaglio del Ministero per lo sviluppo economico, del Ministero dell’ambiente e dell’Ispettorato per il controllo nucleare.”.

I rifiuti, di qualsiasi natura essi siano, devono essere considerati un problema di cui farsi necessariamente carico come cittadini e come comunità ma possono essere anche una vera e propria opportunità economica per le comunità che sanno farsene carico.

Mi accodo alle conclusioni rassegnate dai giuristi sopra citati: “Il quadro generale è quello predisposto dall’Unione Europea, cui, però, deve far seguito una sempre maggior attenzione a livello nazionale nei confronti di tali tematiche, a maggior ragione, a seguito della pandemia, che ha messo in evidenza i limiti e soprattutto i ritardi del nostro sistema. Per questo motivo, decisioni, come la Carta, prese di concerto tra forza governative e istanze provenienti dalla cittadinanza appaiono quanto mai auspicabili nel più ampio quadro di riforma dell’attuale sistema.”.


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