Chi ha paura del nucleare?

 



Italo Grillo, Nicola Zaccara e Domenico Lamboglia discutono di energia nucleare e del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Il 30 dicembre 2020, infatti, la Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, ha ottenuto il nullaosta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) per la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), che indica su tutto il territorio italiano 67 siti “potenzialmente” adeguati a ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi nazionali.

Si segnala che dal 5 gennaio 2021, con la pubblicazione della Proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), Progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico (DNPT) e dei documenti correlati, ha avuto inoltre avvio la consultazione pubblica, come previsto dal D.lgs. n°31/2010.

La consultazione pubblica ha una durata di 60 giorni ed è finalizzata a coinvolgere i soggetti portatori di interessi qualificati nel processo di localizzazione del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico

Si segnala come questa sia la prima consultazione pubblica a svolgersi in Italia in merito ad un’infrastruttura di rilevanza nazionale che consentirà di mettere definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi nazionali.

La fase di consultazione pubblica si svolge ai sensi della legge n°241/1990.

Come evidenzia anche il sito della Fondazione Ottimisti & Razionali in un recente articolo di Enrico Napoletano e Simone Spinelli, avvocati esperti di diritto ambientale, “è opportuno ricordare come tale deposito nazionale non riguarda le scorie più pericolose, quelle con radioattività più alta per le quali la soluzione sarà individuata in modo congiunto con altri Paesi europei. Il problema che il deposito vuole risolvere sono i rifiuti radioattivi a media e bassa attività, quelli che si producono quotidianamente, principalmente in ospedali ed industrie farmaceutiche. Sul territorio europeo esistono già 30 depositi di rifiuti nucleari, mentre in Italia questi, sino ad oggi, venivano dispersi in oltre 100 siti, senza le dovute precauzioni e tecniche di trattamento. Risulta quanto mai evidente, quindi, la necessità e l’urgenza di questo provvedimento, cui seguirà una lunga consultazione pubblica, in cui verranno sentite ed analizzate le istanze della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste, con la possibilità di modificare la Carta da sottoporre, nel caso, al vaglio del Ministero per lo sviluppo economico, del Ministero dell’ambiente e dell’Ispettorato per il controllo nucleare.”.

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