La Giornata Mondiale della libertà di stampa


La Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, nei giorni scorsi ha chiesto ai Governi dei paesi membri di evitare indebite restrizioni della libertà di stampa.

Lo spunto della dichiarazione viene dalla celebrazione di una importante Giornata Mondiale, una celebrazione che dovrebbe essere tenuta in alta considerazione non solo dagli addetti ai lavori ma da tutti i cittadini.
Infatti, il 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa, indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 3 maggio 1993 in applicazione di una raccomandazione della Conferenza Generale dell’Unesco.
Del resto, la data fu scelta perché due anni prima già l'UNESCO, nei giorni dal 29 aprile al 3 maggio 1991, aveva promosso un seminario per incentivare l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana. 
Fu un evento di portata mondiale che culminò con un documento: la “Dichiarazione di Windhoek”, ispirato dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che recita: “ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, tale diritto include la libertà di opinione senza interferenze e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere”. 

Tornando alla notizia, Marija Pejčinović Burić avverte: "I governi stanno affrontando sfide senza precedenti, ma questa situazione non deve essere utilizzata per mettere a tacere o ostacolare i giornalisti".

E ancora: "I media devono essere liberi di coprire tutti gli aspetti dell'emergenza. I giornalisti hanno un ruolo chiave e una particolare responsabilità nel fornire al pubblico informazioni tempestive, accurate e affidabili. Devono essere in grado di esaminare le decisioni prese dalle autorità in risposta alla pandemia”. Infine, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa ha ribadito che i media “possono aiutare a prevenire la diffusione di panico e a mettere in luce gli esempi positivi di solidarietà nelle nostre società".
Il Consiglio d’Europa, sul suo sito istituzionale, ci ricorda che questa celebrazione “rappresenta da un lato un’occasione per promuovere azioni concrete e iniziative finalizzate a difendere la libertà della stampa, ma dall’altro è anche un’opportunità per valutare la situazione della libertà di stampa nel mondo”, che l'azione del Consiglio è “a favore della libertà della stampa e dell’informazione è basata sull’articolo 10 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che riconosce tale diritto fondamentale come la pietra angolare della democrazia”.




Aggiungo, e concludo, con la denuncia della Federazione Europea dei Giornalisti: «Le minacce alla libertà di stampa sono minacce al diritto dei cittadini ad essere informati. Restrizioni ai media, chiusure di giornali, controllo sulle aziende del servizio pubblico, precarietà e insicurezza delle condizioni di lavoro, intimidazioni e violenze contro i lavoratori dell’informazione sono alcuni dei molti modi di comprimere la libertà di stampa proprio mentre la pandemia di Covid-19 sta minacciando le nostre vite e l’intera economia globale. In questo momento i giornalisti e il giornalismo di qualità sono essenziali». 
Purtroppo per troppi italiani questo bene prezioso è spesso sottovalutato.
Si pensi, da ultimo, al body shaming nei confronti di Giovanna Botteri, ma soprattutto alle minacce di morte a Sigfrido Ranucci e Report, all’ex direttore di Repubblica Carlo Verdelli, a Federica Angeli, a Paolo Borrometi, a Nello Scavo e a Nancy Porsia solo per citarne alcuni.

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