Covid-19: la giustizia dimenticata


L'infografica che funge da copertina di questo articolo restituisce un quadro sconsolante dello stato della giustizia in Italia ai tempi dell'emergenza pandemica.
I numeri si commentano da soli e non richiedono analisi.
Quello che, invece, occorre evidenziare è la concezione che il Legislatore e il Governo ha delle esigenze di giustizia del popolo italiano, delle imprese ma anche dei semplici cittadini che sono in attesa di risposta dal sistema giudiziario.
Ebbene, ai tempi del Coronavirus, il settore giudiziario vale poco o niente.
Come del resto prima della pandemia...
Nel Belpaese quando i media parlano di giustizia si riferiscono solo ai processi contro i colletti bianchi o ai processi che vedono imputati (anzi indagati) i nomi eccellenti della politica; raramente pongono attenzione a cosa davvero sia il sistema nel suo complesso.
E così, anche durante la fase 1 e la fase 2 del lockdown si è guardato a tre boss scarcerati (rectius posti ai domiciliari) dai magistrati di sorveglianza e non ai numeri complessivi della giustizia.
Ad oggi abbiamo aperto i bar, i ristoranti, i parrucchieri, fra poco piscine e palestre e campi scuola per i bambini.
I titolari si faranno carico, a proprie spese delle nuove linee guida per evitare il contagio.
Lo Stato non farà tutto ciò.
E non lo farà per i Tribunali né per le scuole.
Troppo difficile assumersi la stessa responsabilità di cui i privati, se vogliono sopravvivere, devono farsi carico; troppo difficile per lo Stato forse anche per le troppe resistenze da parte dei dipendenti pubblici che, lo dico con malizia ma anche con convinzione, non hanno nessun interesse a ritornare alla normalità.
Eppure uno Stato che rinuncia alla giustizia (e all'istruzione) è uno Stato che è destinato a soccombere.
P.s.: pensateci bene quando vi parlano di nazionalizzazione delle imprese... Oltre alle scuole e ai tribunali rischieremmo di tenere chiusi pure tanti altri servizi...

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