Il dibattito sulla App Immuni non ha smesso di appassionare politici, informatici, giuristi e semplici cittadini.
Le questioni da affrontare sono molteplici e qui ci si limita semplicemente ad illustrare alcuni passaggi e brevi considerazioni, anche da un punto di vista più ampio di quello meramente interno.
Partiamo
da un fatto: nei giorni scorsi l’Associazione Luca Coscioni ha presentato al
Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, una richiesta
formale di accesso agli atti relativa al processo di selezione della app sul
tracciamento dei contatti.
Tre
sono le domande specifiche: 1) Conoscere i criteri di valutazione e relativi
punteggi (minimo e massimo) utilizzati dal “Gruppo di lavoro data-driven per
l’emergenza COVID-19” nell’ambito dell’analisi delle proposte formulate dai
partecipanti alla fast call for contribution; 2) Conoscere il numero di
proposte pervenute ed indicazione dei relativi proponenti; 3) Conoscere il
punteggio assegnato alla proposta selezionata e alle altre proposte presentate
e ammesse a valutazione.
L’istanza
scaturisce dal dibattito svoltosi durante le assemblee pubbliche organizzate
nelle settimane scorse dall’Associazione a cui hanno partecipato giuristi e
informatici, i quali hanno evidenziato problematiche legate alle modalità di
promozione della diffusione della app, raccoglimento, mantenimento e gestione
dei dati oltre che licenze d’uso e tipologia di software utilizzato dalla app e
coordinamento con la possibilità di fare test.
“In
un momento in cui occorre coinvolgere le persone nella gestione di una
situazione difficile” si legge in una nota dell’Associazione “e in cui si
invoca la pratica di un senso diffuso di responsabilità per il rispetto del
diritto alla salute al pari di tutti i diritti previsti dalla Costituzione, la
richiesta di accesso agli atti vuole denunciare anche come la ‘Ragion di Stato’
non possa giustificare la sospensione dello Stato di Diritto a partire dalla
possibilità di conoscere i criteri di valutazione e selezioni di strumenti di
gestione della vita in comune”.
Nel
frattempo in Israele, la Corte Suprema ha imposto al Governo
di adottare una legislazione ad hoc per
il tracciamento dei cittadini tramite app in quanto -con decisione resa pubblica domenica 26
aprile 2020 e su sollecitazione di una commissione parlamentare di controllo- ha ritenuto la sussistenza di gravi problemi
di privacy in relazione all’uso delle tecniche di monitoraggio per imporre le
quarantene.
Anche negli Stati Uniti alcuni Parlamentari, facendo
seguito alle perplessità manifestate dall’ACLU, un’organizzazione non
governativa che si occupa di difendere i diritti civili e le libertà individuali
negli Stati Uniti, hanno espresso seri timori sullo strumento di tracciamento
dei contatti basato sul Bluetooth. L’ACLU, inoltre, afferma che le soluzioni di
tracciamento dei contatti con coronavirus di Google e Apple rappresenterebbero
un “rischio significativo” per la privacy e le libertà civili.
Il
Garante Privacy in Francia ha
pubblicato il 26 aprile il suo parere sull’applicazione di tracciamento Anti
Covid Francese.
La
posizione del garante Francese sull’app che dovrebbe essere introdotta l’11
maggio permette di cogliere le differenze di approccio con l’Italia.
Innanzitutto,
l’app d’Oltralpe è stata messa preventivamente a disposizione del Garante
Francese, a differenza che in Italia.
La
Francia ha calendarizzato immediatamente un dibattito parlamentare, che si
svolgerà prima del rilascio al pubblico della app; l’Italia, a dispetto di
diverse prese di posizione di maggioranza ed opposizione, non ha fissato, a
quanto mi risulta, alcuna data per un dibattito parlamentare.
Il
Garante Francese, opportunamente, ha chiesto di riesaminare nuovamente l’app
dopo il dibattito in Parlamento, al fine di controllare le disposizioni finali
per l’attuazione del sistema qualora si sia deciso di utilizzarlo.
Il
Garante francese, a dispetto di chi minimizzava il trattamento dei dati dichiarandolo
“anonimo”, ha, inoltre, chiarito che l’uso dell’App attraverso il sistema
bluetooth rientra totalmente nell’ambito di applicazione del Regolamento generale
sulla protezione dei dati (GDPR).
La
Francia, la Germania e il Regno Unito hanno assunto una posizione
molto decisa nei confronti di Apple e Google, al fine di realizzare un sistema
di trattamento dei dati improntato al principio della sovranità dei dati. In Italia
non è dato sapere.
Quello
che si sa è che l’app Italiana, inizialmente concepita secondo principi di
centralizzazione dei dati, si dovrebbe adeguare, ma il condizionale è d’obbligo,
alle specifiche ed alle caratteristiche di decentralizzazione dei dispositivi,
ovvero alle regole previste da sempre dai colossi del web.
In
Corea del Sud, Paese cui più volte
si è fatto riferimento negli ultimi mesi in relazione alle app di tracciamento,
occorre evidenziare che secondo Francesca Frassineti, Associate Research Fellow
del Programma Asia di Ispi, dottoranda all’Università di Bologna, «la maggior
parte delle persone sembra aver accettato una parziale erosione della propria
privacy a condizione di essere informati e di ricevere dati trasparenti. Un
patto di fiducia basato su un altissimo tasso di consapevolezza civica, senso
di comunità e cooperazione volontaria a sostegno degli sforzi governativi,
elementi che certamente hanno anche origine nella concezione del rapporto con
l’autorità della cultura confuciana».
È
così che in Corea le autorità hanno potuto estrarre, senza mandato, filmati di
sorveglianza, lo storico delle carte di credito e i dati di geolocalizzazione
delle celle telefoniche dei cellulari dei pazienti già confermati e dei
potenziali infetti. «L’unico requisito previsto dalla legge sudcoreana –
sottolinea ancora Frassineti – è che ogni persona sotto sorveglianza venga in
ultima analisi informata e che le informazioni vengano distrutte quando “i
compiti pertinenti siano stati completati”».
A
mio modestissimo parere una compressione della privacy così evidente genere non
potrebbe né dovrebbe trovare posto nella legislazione italiana.
Per
saperne di più: https://www.osservatoriodiritti.it/2020/04/02/app-coronavirus-italia-corea/
e https://fulviosarzana.nova100.ilsole24ore.com/
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