Covid-19, privacy e considerazioni sparse


Il perdurare della crisi da Covid-19 ha messo tutti di fronte a situazioni nuove e impreviste.
Per molti versi ci ha messo a nudo, per altri versi ci ha costretto ad indossare una corazza.
La spietata caccia agli untori, di volta in volta i cinesi, i meridionali di ritorno e, infine, grottescamente, gli ostinati "runner", ci ha fatto capire che, purtroppo, abbiamo, come popolo, bisogno di un nemico. Ci ha fatto capire, purtroppo, che non siamo così diversi dai nostri antenati che andavano alla ricerca degli untori per autoassolversi e scaricare la propria rabbia. Ci ha fatto capire che preferiamo ancora le teorie del complotto piuttosto che studiare e capire i fatti e i fenomeni.
Dicevo che abbiamo anche dovuto imparare a indossare una corazza: personalmente l'ho fatto nei rapporti con i figli. Ho cercato di non trasmettere l'angoscia o quanto meno la preoccupazione per questi giorni di isolamento forzato, senza scuola, senza contatti sociali con i loro compagni, senza attività sportive e senza uscite al parco.
Sul versante giuridico, questi giorni hanno aperto molti fronti di ragionamento e di analisi.
Innanzitutto abbiamo capito che il Legislatore e il Governo navigano a vista con una produzione normativa che si sussegue e si integra (a volte contraddicendosi) a ritmi sostenuti, nella migliore tradizione del bizantinismo di ceppo italico.
La stessa Costituzione per alcuni versi sembra sospesa, vista l'adozione di norme come i DPCM non sempre adeguati a imporre restrizioni alle libertà dell'individuo comprimibili solo per legge.
Ma tant'è!!!
Anche i Governi regionali, dal Nord al Sud, isole comprese, sembrano girare a vuoto, annaspando per trovare soluzioni normative che non sempre appaiono congrue.
E taccio dell'insipida opposizione sovranista che, a tutti i livelli istituzionali, ha solo provveduto a creare confusione e a diffondere inutili e pericolose fake news.


Ma il fronte più caldo che si sta aprendo in queste ore credo sia quello relativo alla privacy, a quanto questo diritto possa essere compresso in una situazione di emergenza.
Si sta parlando da più parti di modello cinese e di modello sudcoreano.
Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, ha rilasciato nei giorni scorsi al Corriere della Sera una intervista molto interessante su questa problematica.
Intanto ha messo un punto fermo: "I diritti possono, in contesti emergenziali, subire limitazioni anche incisive, ma queste devono essere proporzionali alle esigenze specifiche e temporalmente limitate. La forza della democrazia è anche nella sua resilienza: nella sua capacità cioè di modulare le deroghe alle regole ordinarie, in ragione delle necessità, inscrivendole in un quadro di garanzie certe e senza cedere  a improvvisazioni. Il limite dell'emergenza è insomma nel suo non essere autonoma fonte del diritto ma una circostanza che il diritto deve normare, pur con eccezioni e regole duttili, per distinguersi tanto dalla forza, quanto dall'arbitrio".
E, poi, in merito all'ipotesi di tracciare i cellulari per controllare gli spostamenti dei cittadini all'interno del territorio nazionale, una misura per alcuni necessaria ma che secondo molti supererebbe i limiti della tutela delle libertà personali anche in momenti di emergenza, ha dichiarato: "Finora ho letto numerosi generici riferimenti all'esperienza coreana e - più timidamente - cinese. Bisognerebbe conoscere proposte più definite. Mi limito a osservare che quelle esperienze sono maturate in ordinamenti con scarsa attenzione-sebbene in grado diverso- per le libertà individuali. E in ogni caso mi sfugge l'utilità di una sorveglianza generalizzata alla quale non dovesse conseguire sia una gestione efficiente e trasparente di una mole così estesa di dati, sia un conseguente test diagnostico altrettanto generalizzato e sincronizzato. Premesso questo, non esistono preclusioni assolute nei confronti di determinate misure in quanto tali. Vanno studiate però molto attentamente le modalità più opportune e proporzionate alle esigenze di prevenzione, senza cedere alla tentazione della scorciatoia tecnologia solo perché apparentemente più comoda, ma valutando attentamente benefici attesi e "costi", anche in termini di sacrifici imposti alle nostre libertà".
La sfida della democrazia e delle libertà dell'individuo e della società nel suo complesso passa anche da qui, dalla cruna dell'ago della maturità e responsabilità che sapremo dimostrare come popolo e come individui.


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