Covid-19 e burocrazia: virus a confronto


Con l'emergenza coronavirus la macchina burocratica italiana ha dato prove strepitose.
L'emblema incarnato della burocrazia ai tempi del Covid-19 è sicuramente la tanto temuta e tanto dileggiata autodichiarazione per poter circolare, lavorare, fare la spesa e, in definitiva, evadere pochi minuti ogni tanto dai domiciliari.
L'autodichiarazione si è evoluta, si è arricchita, ha seminato dubbi e panico, ha vissuto di vita propria ed è lo spauracchio di tanti cittadini.
L'unica cattiveria che per ora il legislatore ci ha evitato è l'apposizione di regolare marca da bollo.
Sarebbe stato davvero un capolavoro!
Non voglio attardarmi e, di conseguenza, annoiarvi con le analisi di Merton sulla burocrazia e le sue disfunzioni (lo ammetto è una bieca figura retorica come verificherete fra poche righe...) ma è evidente che qualcosa non ha funzionato se nel 2020 dobbiamo ancora ricorrere ad un foglietto stampato o, peggio, scritto a mano per poter comunicare e interagire con la Pubblica Amministrazione.
"Basterebbe semplicemente, assieme all’attuale modello cartaceo (che deve restare per obbligo del Codice dell'Amministrazione Digitale. Ricordiamo il digitale è concepito come una opportunità e non come un obbligo per il cittadino), consentire un accesso al modello di autocertificazione utilizzando l’identificazione attraverso SPID.
L’identificazione al modello di autocertificazione utilizzando SPID genererebbe una autocompilazione di alcuni dati richiesti (ricavati direttamente dal sistema SPID), il cittadino dovrebbe solo compilare on line alcuni altri campi. La generazione di un OTP da parte del gestore rafforzerebbe la sicurezza nell’identificazione.
L’invio del form al Ministero dell’Interno consentirebbe di centralizzare il flusso di conoscenze a disposizione delle Autorità per comprendere meglio i nostri spostamenti, le loro motivazioni (intenzione simile a quella che ora vede impegnato il ministero all’innovazione nella scelta di un’app e una soluzione tecnica per il tracciamento contagiati).
Il cittadino potrebbe contemporaneamente scaricare sul proprio device (telefonico, tablet ecc.) il form inviato al Ministero per renderlo disponibile, in ogni momento agli operatori delle Forze dell’Ordine che lo richiedessero.
Per attuare questo suggerimento, come si capirà, serve pochissimo da un punto di vista informatico. Serve un po’ di più da un punto di vista informativo verso i cittadini e verso i nostri burocrati." (Cfr. https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/identita-digitale/autocertificazione-coronavirus-tutta-digitale-con-spid-si-puo-ecco-come/).
E allora torniamo a Merton che per primo, nel secolo scorso, a proposito dei burocrati e della burocrazia parlò di “incapacità addestrata”. 
Ossia, la conseguenza inattesa che si manifesta quando “le azioni basate sull’addestramento e l’abilità tecnica, che in passato avevano dato un risultato positivo, possono risultare inappropriate sotto mutate condizioni”. 
La mancanza di duttilità nell’applicazione delle norme, in definitiva, di traduce in un imperfetto raggiungimento degli scopi che ci si era prefissati.
Anzi peggio, mi permetto di aggiungere, perché le norme già ci sono, e da parecchi anni, ma non vengono prese in esame preferendo sempre e comunque i metodi obsoleti cui la burocrazia si è, per così dire, affezionata.

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