L'Africa e la scienza


Sviluppo sostenibile, cellule staminali, editing del genoma, diritti sessuali e riproduttivi, libero accesso ai dati ed intelligenza artificiale ma anche ruolo e contributo che le donne possono portare al progresso scientifico in generale: di questo e molto altro si è discusso nel corso dei lavori del VI Congresso Mondiale per la libertà della ricerca scientifica, dedicato a “Il diritto a godere dei benefici della scienza”, promosso dall’Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy.
L’evento, svoltosi in Etiopia, ad Addis Abeba, dal 25 al 26 febbraio e co-sponsorizzato dalla Commissione dell’Unione Africana nella persona di Sarah Mbi Enow Anyang Agbor, Commissaria per la Scienza e la Tecnologia, ha sviscerato gli impatti del “diritto della” e “diritto alla” scienza su vari temi cruciali per i paesi africani in vista della realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) entro il 2030.



Ne è emerso, o meglio è stato ribadito, che la legalità internazionale dovrà prendere in esame in maniera strutturale tutte le questioni relative alle evidenze scientifiche al momento di adottare le decisioni politiche.
Inoltre, anche ai fini del corretto dibattito pubblico e dello sviluppo della democrazia, è stato evidenziato come non sia mai superfluo insistere sulla necessità di educare il grande pubblico sui metodi in cui la scienza funziona, cioè attraverso la verifica, la duplicazione e la falsificazione della ricerca.
Nel corso dei lavori è stato coerentemente evidenziato che tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile trarrebbero enormi vantaggi da investimenti in ricerca e tecnologia per rafforzare scienza e innovazione nei paesi in via di sviluppo.
Sul versante dei diritti, tra i numerosi intervenuti, si è delineata una elaborazione chiara e semplice del concetto di “scienza come diritto umano”, un "nuovo" diritto da declinare in concreto come miglioramento dell’educazione di qualità (incluso l’open access alla letteratura scientifica), come nuove tecniche di coltura, come cure palliative, come pianificazione familiare e come progetti aerospaziali.
Altri temi trattati sono stati il riscaldamento globale, le tecnologie dell’informazione, l’Intelligenza Artificiale, tutti campi nei quali è fondamentale lavorare con approccio scientifico e razionale.
In chiusura del VI Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica è stata adottata una dichiarazione finale che insiste sui seguenti punti:
  • linee guida per assistere gli Stati Membri per implementare il “diritto alla scienza” per come articolato nel Commento generale;
  • creazione di uno Special Rapporteur sul “diritto alla scienza” per monitorare costantemente il rispetto delle implicazioni della scienza sui diritti umani;
  • rafforzamento degli investimenti in capitale umano, nella salute, nell’istruzione e nelle nuove tecniche di colture;
  • potenziamento del ruolo delle donne in quanto importanti risorse per il benessere e sviluppo sostenibile delle società;
  • valorizzazione di approcci multidisciplinari basati su evidenze per bilanciare il “principio di precauzione”;
  • invito  a ratificare il Protocollo Opzionale del Patto internazionale sui diritti Economici, Sociali e Culturali, adottato dall’Assemblea Generale dell’ONU il 10 dicembre 2008.

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