La Convenzione n. 190 e la Raccomandazione n. 206 dell’OIL sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro

 



La Convenzione n. 190 e la Raccomandazione n. 206 dell’OIL sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro promuovono un'ampia protezione contro violenza e molestie, salvaguardano la prospettiva di genere e impongono che si presti particolare attenzione a coloro che sono più vulnerabili o in situazioni di maggiore vulnerabilità. 

I soggetti protetti dal nuovo strumento includono tutte le lavoratrici, i lavoratori e le altre persone nel mondo del lavoro, a prescindere dalla tipologia del rapporto di lavoro. La Convenzione guarda con lungimiranza alla natura mutevole del mercato del lavoro, si proietta oltre il luogo di lavoro fisico, si estende a tutti i settori economici e a tutte le circostanze in cui possono verificarsi fattispecie di violenza e molestie (ossia in occasione di lavoro, in connessione con il lavoro o che scaturiscono dal lavoro) includendo, quindi, anche tutte le fattispecie che si verificano attraverso l’utilizzo di strumenti telematici.

Quali sono le tappe che hanno portato all'approvazione della Convenzione e quando sarà operativa anche in Italia?

Il 21 giugno 2019, a Ginevra nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale dell’Organizzazione, i rappresentanti di governi, organizzazioni datoriali e sindacati della stragrande maggioranza dei 187 Stati membri hanno approvato la Convenzione sul presupposto che la violenza e le molestie sono una realtà pervasiva che colpisce tutti i paesi, le professioni e le modalità di lavoro. Sono milioni, infatti, le persone nel mondo, in particolare le donne, che subiscono violenza e molestie sul lavoro. Tutto ciò minaccia le pari opportunità nel mondo del lavoro influenzando le relazioni sul lavoro, il coinvolgimento di lavoratrici e lavoratori, la salute, la produttività, la qualità dei servizi e la reputazione delle imprese, come pure l’accesso e la progressione nel mondo del lavoro.

I dati relativi all’Italia confermano che si tratta di un fenomeno diffuso che colpisce circa 1,4 milioni di donne durante la loro vita lavorativa. Il settore dei servizi è quello maggiormente colpito, come pure le fasce della popolazione di età medio-giovane e con un livello educativo medio-alto (cfr. Indagine sulla sicurezza dei cittadini , ISTAT, Roma, 2018).

La maggiore incidenza del fenomeno si registra al momento del colloquio di lavoro o in fase di assunzione. Il dato più allarmante è che quasi l’81% delle vittime intervistate non ne abbia parlato con nessuno sul posto di lavoro e che meno dell’1% di loro abbia denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine.

“La ratifica della Convenzione potrebbe dare impulso ad una politica nazionale di prevenzione e contrasto della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro e fare da apripista per la ratifica di molti altri Paesi” ha dichiarato Gianni Rosas, direttore dell’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino, al momento della ratifica alla Camera. 

"Il recepimento di alcuni aspetti dei suoi tre pilastri (protezione e prevenzione, meccanismi di ricorso e di risarcimento, e formazione e sensibilizzazione) potrebbe espandere l’efficacia delle iniziative già in corso in Italia e dare maggior fiducia alle lavoratrici e i lavoratori nel riportare e denunciare i casi di violenza e molestie. La votazione unanime di ieri (ndr 23 settembre 2020) alla Camera è un traguardo molto importante ed è di buon auspicio per il prosieguo dell’iter di ratifica presso il Senato che speriamo si possa concludere al più presto”, ha aggiunto Rosas.

Ieri, dopo la Camera, anche il Senato ha ratificato all'unanimità la Convenzione. 

Nel suo intervento in Aula, il relatore del ddl, Alberto Airola (M5s), ha spiegato: “La Convenzione è stata adottata a larga maggioranza nel corso della 108° sessione della Conferenza internazionale del lavoro il 21 giugno 2019, in occasione del centenario della creazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ed è il frutto di un processo negoziale avviato nel 2015. Il testo rappresenta un importante strumento nell’azione di contrasto alle violenze e alle molestie commesse nel mondo del lavoro, con l’ambizioso obiettivo di proteggere tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici a livello globale, a prescindere dal loro status contrattuale. La Convenzione fornisce, innanzitutto, una definizione piuttosto ampia, suscettibile di includere non soltanto l’abuso fisico, ma anche quello verbale, oltre a fenomeni di stalking e mobbing, di violenza e molestia, anche di genere, intesi come comportamenti e pratiche che provochino, mirino a provocare o siano suscettibili di provocare danni fisici, psicologici, sessuali o economici.

Stiamo per ratificare uno strumento realmente utile per intervenire laddove avvengono – ovviamente nei Paesi aderenti ad anzidetta Convenzione – suddetti fatti di discriminazione, con denunce all’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), fino ad arrivare, in casi di crimini contro l’umanità, alla Corte internazionale di giustizia. In Italia abbiamo un sistema normativo già evoluto, ma immaginate là dove non vi sono regole né controlli. Mi riferisco a quei Paesi dove interi comparti produttivi vedono una presenza massiccia di donne – per esempio, nel tessile – che subiscono discriminazioni di ogni sorta (di paga, sono mobbizzate, sfruttate e violentate), o dove la vita di un bambino non vale nulla quando viene costretto a scavare nel fango in miniere o a raccogliere rifiuti tecnologici in enormi discariche. Noi abbiamo i tribunali, le leggi, le associazioni dei lavoratori. Loro non hanno nulla. Oggi è importante approvare questa Convenzione non solo per migliorare noi stessi, ma perché molti altri Paesi la ratificano”.

Il relatore ha sottolineato che “non solo tra le pareti domestiche, ma sul lavoro una donna, un uomo, un bambino si possono far morire anche senza ucciderli“.

L’approvazione unanime sottolinea che la violenza e le molestie ledono la dignità umana e non possono più essere tollerate. Negli interventi che hanno preceduto la votazione finale, le rappresentanze di tutte le forze politiche hanno sottolineato la necessità e l’urgenza di una risposta istituzionale per prevenire e combattere il fenomeno che è in contrasto con i processi democratici e lo stato di diritto.


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